lunedì 10 febbraio 2020

Born, Darkly di Trisha Wolfe | Recensione

Buongiorno booklovers!
La settimana scorsa ho consegnato la tesi al relatore per la revisione e me la sto facendo un po addosso... Nota positiva però è che finalmente mi sono potuta dedicare un po alla lettura e al blog! Difatti ho terminato Born, Darkly di Trisha Wolfe di cui vi parlo nella recensione di oggi.



BORN, DARKLY
TRISHA WOLFE

Editore: Autopubblicato
Pagine: 286
Genere: Dark Romance
Serie: Darkly, Madly Duet #1
 

He challenged her sanity.
She shattered his reality.
They dared each other...to the brink of madness.
A dark and twisted maze awaits criminal psychologist London Noble when she falls for her patient, convicted serial killer, Grayson Pierce Sullivan. As she unravels the traps, her sanity tested with each game, she's forced to acknowledge the true evil in the world around her.





So bene che sul mio blog non si vedono molti dark romance, eppure come alcuni di voi già sanno è uno dei miei generi preferiti. Il fatto è che trovarne uno che mi faccia impazzire al 100% (tipo Bad) è diventato difficilissimo, perciò alle prime delusioni finisco per gettare la spugna. Questo per dirvi che pure Born, Darkly non è riuscito nell'impresa. 

I presupposti per stendermi questo romanzo li aveva tutti: lui detenuto, lei psicologa criminale. TOP. E invece, e invece…
La prima parte del romanzo in cui assistiamo alle sedute di terapia mi è piaciuta molto, sia perché si tratta di psicologia raga… ci sono dietro da anni ormai! Sia perché la tensione sessuale tra Grayson e London si percepisce lontano un miglio e la dinamica delle sedute era molto interessante. Poi tutto è andato un po’ scemando e si è passati da Criminal Minds a Saw l’Enigmista…


If he’s evil, then am I in dange of falling for the devil, or am I the devil herself?


I miei problemi con questo romanzo diciamo che sono stati parecchi. Il personaggio di Grayson in primis che non mi ha fatto impazzire proprio per niente. C’è differenza tra il bello e dannato e il bello e psicolabile livello 1000, e Grayson rientra in questa seconda categoria. Fin dall'inizio si capisce che è un manipolatore, tant'è che sinceramente ho fatto fatica a capire se tutto ciò che faceva era calcolato o frutto del suo disturbo, che in questo caso è la sinforofilia (trarre piacere sessuale nel guardare i disastri). Non per niente è stato condannato alla pena di morte per gli omicidi che ha commesso eh, omicidi che se siete impressionabili meglio che girate al largo.
London è la psicologa che segue Grayson, non è minimamente empatica e già qua capite che qualcosa non quadra perché per il lavoro che fai è essenziale che ti stiano a cuore i tuoi pazienti e i loro problemi.
Un altro problema fondamentale è che non ho visto amore tra Grayson e London, ho visto solo ossessione, psicopatia e due soggetti disfunzionali (sì perché anche London non è una santa). Dopo quello che succede nel libro non concepisco come London possa anche solo provare qualcosa per questo uomo. Fossi stata in lei l’avrei messo sul primo pulmino per il penitenziario più vicino e vaffanculo.


“This is so much more than madness. This is what obsession does to a person.”


Nonostante ciò bisogna riconoscere che la Wolfe sa come scrivere una storia e si vede che si è documentata per la parte psicologica. Questo però non è bastato alla sottoscritta, sicuro non leggerò il seguito…



My sick matches your sick.”


Avete mai letto qualcosa di questa autrice?

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