lunedì 23 novembre 2020

La Vita Invisibile di Addie LaRue di V.E. Schwab | Recensione

Buongiorno booklovers!
Come state? Io ho passato una settimana un po' strana, sto cercando di tenermi occupata il più possibile se no finisce che mi metto a pensare a cosa che mi deprimono e anche no. Quindi parliamo di libri! Se vi ricordate, il mese scorso ho letto il nuovo libro della Schwab: La Vita Invisibile di Addie LaRue che esce domani per Mondadori quindi è giunto il momento di parlarvene!



LA VITA INVISIBILE DI 
ADDIE LARUE
V.E. SCHWAB

Editore: Mondadori
Pagine: 492
Genere: Fantasy


Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome. 







Ammetto che mi trovo un po' in difficoltà a parlare di questo libro, complice anche il fatto che quando ho scritto la recensione erano passati 10 giorni dalla lettura. Più che altro riponevo tante speranze in questo titolo perché aveva tutte le carte in regola per farmi piangere e per rientrare tra i miei romanzi preferiti. Spoiler: non è accaduto nulla di tutto ciò. Con questo non sto dicendo che sia una brutta storia eh, anzi!

La Vita Invisibile di Addie LaRue narra la storia di Adeline che nel 1714 è soffocata dalla vita di quel tempo: l’obbligo di sposarsi e sistemarsi avendo una famiglia, nascere e morire nello stesso posto, non vedendo quasi nulla del mondo. Così fa un patto con un’entità superiore (nel corso della storia non si riferisce mai a questa entità come al diavolo ma semplicemente come l’oscurità) che le consentirà praticamente di vivere per sempre e di vedere quindi il mondo, ma ogni persona che incontrerà si dimenticherà di lei.
Nel 2014 Addie è New York, e dopo 300 anni di pezzi di mondo e di storia ne ha visti eh, e un po' la si invidia per la possibilità che ha avuto di vivere tutte queste epoche, di vedere tutte queste cose ma… il fatto che venga dimenticata continuamente rende la sua vita solitaria e tutto questo è abbastanza triste.


Certo, dimenticare è così triste. Ma essere dimentica, quello si che ti fa sentire sola.
Essere l'unica in grado di ricordare.


Ho apprezzato la determinazione di Addie, al non voler arrendersi e continuare a vivere (perché in realtà il suo patto prevede una fine prima o poi ma ho le labbra cucite su questo!) nonostante le sue condizioni. Perché non è facile quando non puoi neanche affittare una casa perché il proprietario si dimentica di te, non è facile quando nessuno si ricorda, non poter dire il tuo nome o non poter lasciare un segno della tua presenza nel mondo. È come se non esistessi. Non riesco neanche a immaginare come si possano vivere tutti gli anni che ha vissuto Addie in una tale solitudine. Io ne sarei uscita pazza.
Addie è una sognatrice, è curiosa, sogna grandi avventure, storie, sogna di vedere il mondo e sotto alcuni punti di vista mi sono rivista tantissimo in lei. Così come mi sono rivista in Henry, l’unica persona che si ricorderà di Addie dopo 300 anni che lei vaga per il mondo.


È così che si vive in eterno. Oggi è un giorno, domani un altro, poi ne verrà un altro
ancora, e bisogna fare tesoro di quel che arriva, godersi ogni istante rubato, tenersi
stretto ciascun momento finché non c’è più.


Il personaggio di Henry avrebbe potuto regalarmi tanto perché io lui lo capisco, quello che vuole, quello che cerca è sostanzialmente quello che cerco io. Però oltre a non avermi detto nulla a livello caratteriale, purtroppo mi è mancato il coinvolgimento emotivo, e non solo per quanto riguarda lui, ma a livello generale e questa è una grande pecca perché se fossi stata coinvolta emotivamente sono sicura che questo romanzo avrebbe avuto un altro impatto su di me.
Tra le altre cose che non mi hanno convinto del tutto c’è anche la parte romantica che purtroppo non mi ha entusiasmato molto, e il fatto che a tratti il romanzo sembri un po' troppo lento.

Ho adorato invece che si parlasse dell’arte in tutte le sue forme, ho adorato le millemila citazioni bellissime che mi sono segnata ma la mia parte preferita del romanzo è sicuramente Luc, ossia l’oscurità. Lui è il personaggio più riuscito, e se contiamo che non è sempre presente, questo la dice lunga sulla caratterizzazione degli altri eh. Riuscito perché a parer mio è più interessante di Henry e Addie. Mi sarebbe piaciuto sapere di più su di lui perché è affascinante, è il cattivo della situazione e non si scusa per le sue azioni, ha dei tratti della personalità che con me vincono sempre e instaura con Addie quel tipico rapporto per cui io vado pazza, poi okay lo ammetto, tutta la faccenda dell’oscurità e delle tenebre mi ha ricordato il mio amato Darkling…


Cos’è una persona, se non il segno che lascia al proprio passaggio?


Insomma non c’è dubbio che La Vita Invisibile di Addie LaRue sia una bella storia con un’idea di base che ritengo molto bella, peccato solo che non mi abbia colpito come speravo. Mi è mancato un po di trasporto, mi è mancato quel qualcosa in più che me lo facesse amare a dismisura ecco…



Io mi ricordo.



Se non avete ancora letto niente di questa autrice vi consiglio di recuperare al più presto!


2 commenti:

  1. Io non so più se leggerlo T^T Mi incuriosisce, ma non mi ispira.

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    1. io ti direi di dargli una possibilità, magari quando non sai cosa leggere o sei indecisa (?)

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Grazie per aver commentato! You make me sooo happy ♥