venerdì 4 dicembre 2020

Una bambina cattiva di Zoje Stage | Recensione

Buongiorno booklovers!
Alla fine ho deciso di abbandonare il libro della Tahir e in teoria ho iniziato quello a tema natalizio (dico in teoria perchè ieri, quando ho programmato questo post non ci avevo ancora messo mano eheh). Oggi invece facciamo un passo indietro e vi parlo di una lettura che ho fatto ad Halloween (meglio tardi che mai insomma...) ossia Una bambina cattiva di Zoje Stage.



UNA BAMBINA CATTIVA
ZOJE STAGE

Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Genere: Thriller Psicologico


Per Suzette Jensen la nascita di Hanna è stata una benedizione. Le sue condizioni di salute sembravano escludere la possibilità di una gravidanza, ma alla fine lei e suo marito Alex hanno ottenuto la famiglia che avevano sempre desiderato. Hanna, però, a sette anni non ha ancora pronunciato neppure una parola. È riuscita a farsi espellere da tutte le scuole in cui l’hanno mandata, costringendo Suzette a seguirla a casa. Hanna è una bambina difficile. Capricciosa, aggressiva, diventa ogni giorno più ostile. L’unico momento in cui sembra calmarsi è quando suo padre è presente. Agli occhi di Alex, Hanna è il ritratto della brava bambina, un angioletto innocente che ha bisogno di affetto per sbloccarsi. Eppure Suzette sa che c’è molto di più. Sente che sua figlia non la ama, e sospetta che covi un odio viscerale nei suoi confronti. Un odio che peggiora fino a diventare una vera e propria minaccia…





Che dire amici… ma chi lo vuole un figlio dopo una lettura del genere.

La trama è sostanzialmente questa: la figlia che vuole far fuori la madre. Punto. Il tutto è molto creepy e mi ha ricordato il film Orphan, con l’unica differenza che qua non hanno adottato nessuno, Suzette se l’è partorita sto demonio di figlia.
E non sto scherzando. Hanna ha dei comportamenti e dei pensieri che non sono affatto normali per una bambina di 7 anni, fin da subito è chiaro che questa ha problemi seri. In più non parla, e questo rende la comunicazione con i genitori ancora più difficile.
La stronzetta però è tale solo con la madre, con il padre è un vero e proprio angioletto. Questo perché il desiderio di Hanna è quello di far fuori la madre così da poter aver per sé il padre, perché è convinta che la mamma ha fatto un incantesimo al suo papà per portarglielo via. Il suo sogno è poter avere con il padre la relazione che ha con la madre. C r e e p y. 

“Scusa, ma c’è qualcosa che non va in te… Devo scoprire cos’è.”

Ammetto che il romanzo mi ha tenuta incollata alle pagine perché volevo assolutamente sapere come andava a finire e fin dove si sarebbe spinta Hanna, ma mi ha fatto anche incazzare. In primis il padre che è un rimbambito, perché giustamente la figlia con lui si comporta sempre bene quindi non crede a quello che gli dicono gli altri, ma tesoro bello ci sarà un motivo se l’hanno sbattuta fuori dalle tutte le scuole no? E dopo che tua figlia fa un collage dove appiccica la foto di tua moglie in mezzo ai morti puoi dirgli “questo progetto non è andato molto bene”? no dico ma sei serio? Quella si è cagata addosso e tu minimizzi così?
Anche il fatto che Hanna la passi sempre liscia mi ha urtato parecchio perché fa delle cose davvero gravi. Tutte le sue mosse sono ben studiate e ogni fottuta volta non viene punita, cioè quella sta cercando di accopparti e tu non fai niente? Ma sei scema?

Ho provato un po’ di tristezza per Suzette perché passa tutto il tempo a casa con la figlia, le fa da madre, da maestra, ed è impegnativo stare dietro a una come Hanna quindi ha zero tempo per se stessa, non ha tempo per altro se non per la figlia, non ha amicizie, ha solo il marito. E questo mi è sembrato davvero triste.
Diciamo che oltre alla parte “horror” il romanzo ci mostra l’importanza della relazione madre\figlia ma anche come cambiano le dinamiche famigliari una volta che entra a farvi parte un figlio e questa cosa l’ho apprezzata molto.


Tentennava tra il desiderio di aiutare sua figlia e quello di liberarsi di lei.


Non ci sono attimi morti, il ritmo è sostenuto (anche perché tentare di ammazzare la madre è un lavoro a tempo pieno per la nostra Hanna), ci sono molti rimandi alla psicologia, che come sapete apprezzo sempre. Il finale non mi è dispiaciuto. Però… come ho detto ci sono delle cose che non mi hanno fatto impazzire, in più ci sono delle parole in svedese e un glossario sarebbe stato opportuno visto che non conosco la lingua.

Rimane comunque un romanzo godibile, secondo me super adatto per il periodo di Halloween (l'ho letto appunto a ottobre) visto che è creepy al punto giusto. Inoltre è una di quelle storie che sarebbe perfetta per una trasposizione cinematografica! Se penso a sta bambina ho ancora i brividi…




mandare via la mamma, per sempre.


Avete mai letto libri con questo tema? Se avete qualche titolo consigliatemelo!


4 commenti:

  1. Ho i brividi e già odiavo di mio i bambini xD

    RispondiElimina
  2. Uhm.... aspettavo questa recensione da tanto, ero curiosa tantissimo, ma poi la madre la uccide? o è la madre che uccide la figlia? o la chiudono in un centro psichiatrico?
    Voglio sapere come finisce davvero!
    Scrivimi su FB, via mail... dimmelo ahhahahahaha

    RispondiElimina
    Risposte
    1. SPOILER SPOILER SPOILER
      la mandano in una specie di scuola dove possono aiutarla e ci dovrebbe restare degli anni, il libro si chiude con la bambina che pensa tipo che dovrà diventare una brava bambina per tornare a casa e liberare il padre dalla madre >.<

      Elimina

Grazie per aver commentato! You make me sooo happy ♥