lunedì 16 novembre 2020

Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente di Suzanne Collins | Recensione

Buongiorno booklovers!
Inizia un'altra settimana in cui in pratica non farò una mazza e inizio a deprimermi, per rimediare vorrei recuperare una delle millemila serie tv che ho lasciato indietro con il tempo ma non so quale...
Passando invece ai libri, oggi vi parlo della prima lettura fatta a novembre, si proprio lui: Ballata dell'usignolo e del serpente, il prequel di Hunger Games!



HUNGER GAMES.
BALLATA DELL'USIGNOLO E
DEL SERPENTE
SUZANNE COLLINS

Editore: Mondadori
Pagine: 476
Genere: Distopico
Serie: The Hunger Games #0


È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.
I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.





Partiamo dal presupposto che io non avevo alte aspettative su questo romanzo per il semplice fatto che non era il prequel che volevo. Si interessante il Presidente Snow ma io è da una vita che spero in un romanzo sull’edizione della memoria a cui ha partecipato Haymitch okay???

Ballata dell'usignolo e del serpente mi è piaciuto al 50% e sinceramente non me lo aspettavo perché dopo aver visto parecchi pareri negativi mi ero preparata al peggio. Certo, per i miei gusti non è assolutamente all’altezza della trilogia principale però non è proprio da buttare dai…

La storia è ambientata sessantacinque anni prima dei fatti narrati in Hunger Games, siamo alla decima edizione e quindi ancora agli inizi, quando i giochi devono ancora essere perfezionati e questo secondo me ha giocato sia a sfavore che a favore. Questi Hunger Games sono distanti anni luce da quelli a cui partecipa Katniss, l’Arena è una semplice Arena fatta e finita e non qualcosa creato dagli Strateghi, quest’ultimi hanno un ruolo davvero marginale e non fanno quasi una mazza. È la prima edizione in cui vengono introdotti i mentori, gli sponsor, le interviste. Tutte queste aggiunte vengono fatte perché la guerra è ancora una ferita fresca e molti cittadini di Capitol City non vogliono vedere bambini che si ammazzano tra loro, quindi bisogna trovare un modo per rendere appetibile questo evento.


Le persone non sono così cattive, in realtà. È il mondo che le trasforma in quello che sono.
Come noi nell’arena. Là dentro abbiamo fatto cose che non avremmo mai immaginato di fare
se solo ci avessero lasciati in pace.” 


È interessante vedere come si svolgessero i giochi prima che gli strateghi li rendessero veri e propri spettacoli però è anche un po’… non dico noioso perché la parte dei giochi mi è piaciuta molto però li ho trovati un po’ scialbi? È tutto lasciato un po’ al caso, e si sente la mancanza degli strateghi che creano delle dinamiche che ti tengono incollato alle vicende dei tributi. Inoltre c’è il fatto che i tributi a quei tempi vengono trattati come animali, messi in gabbia allo zoo per essere visti da tutti. Le condizioni in cui vivono mi hanno davvero scioccato perché ero abituata alla brutalità dei giochi si, ma non avevo mai pensato che in passato li avessero trattati in questo modo. Non si curano di loro, non li preparano, sono vera e propria carne da macello e basta.
È stato interessante vedere anche una Capitol City non splendente, che porta ancora i segni della guerra, mostrando che entrambe le fazioni hanno sofferto. E mi è piaciuto anche l’intento dei giochi: mostrare che se anche i bambini, simbolo di innocenza, sono capaci di diventare assassini allora significa che la natura umana tende alla violenza. La violenza porta al caos ed ecco perché abbiamo bisogno dei giochi, per stabilire un ordine.


Gli Hunger Games sono un promemoria di quali mostri siamo in realtà e di quanto
abbiamo bisogno di Capitol City per proteggerci dal caos.


Ma passiamo ai personaggi.
Lucy Gray, tributo del distretto 12 assegnato a Snow devo ancora capire se c’era tutta di testa o gli mancava qualche venerdì. E su di lei non ho altro da dire perché l’ho trovata un po’ piatta, la sua personalità mi sembrava solo un po’ accennata.
Il nostro Snow invece a tratti mi è piaciuto perché alcuni suoi atteggiamenti mi hanno ricordato il suo ruolo di cattivo nella trilogia principale. È narcisista, pensa solo a ribaltare le situazioni a suo favore, manipolatorio… e ci sta; ma a fine romanzo la sensazione che ho avuto è che è come se la personalità di Coriolanus Snow diciottenne passasse direttamente a quella di Presidente Snow, senza mostrarci un vero e proprio cambiamento, come se avesse acceso un interruttore di punto in bianco e switch.
Anche la parte romantica con Lucy Gray a me è sembrata strana perché per come conosciamo Snow il modo in cui si innamora non è da lui, che poi tanti pensieri di Snow e tante cose che accadono ce lo fanno capire che alla fine è solo un’infatuazione quindi mi sembra anche troppo parlare di storia d’amore, dai su.

Le cose proprio mi hanno urtato i nervi sono le millemila canzoni che okay un paio in alcuni capitolo ma non così tante! Cioè al sesto capitolo mi ero già rotta le palle (difatti dico senza problemi che le saltavo quasi tutte). L’altra cosa è la terza parte del romanzo. La storia è divisa in tre parti, e andava tutto bene fino alla terza, poi da lì un tracollo allucinante. Quella parte non mi ha entusiasmato per niente ed è pure un’occasione sprecata perché potevamo vedere meglio la vita dei Pacificatori, poteva essere interessante ma invece ci si concentra sull’intrallazzo amoroso, che ripeto per me di amore non ha niente eh ma vabbeh…

Ritengo che questo romanzo non sia proprio un buco nell’acqua però si poteva fare mooolto meglio. Magari con meno canzoni e pippe mentali di Snow, sistemare quel fottuto finale che boh. Ma soprattutto tagliare un po’ di pagine perché a mio parere alcune descrizioni e alcune scene non servivano a una mazza…



“Gli Snow si posano in cima.



Voi lo avete letto? Cosa ne pensate?


4 commenti:

  1. Secondo me se la parte dei giochi fosse stata raccontata in prima persona da Lucy Gray sarebbe stata più interessante, così invece perde molto. E concordo con il tuo pensiero su di lei, invece non capisco perchè tutti l'hanno amata.
    Snow invece mi è piaciuto un sacco.
    Le canzoni anche io le ho odiate, bastava quella dell'albero giusto per il riferimento agli altri HG, forse renderanno meglio nel film...
    Buone prossime letture!

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    1. a me invece è piaciuta la prospettiva da fuori dei giochi però peccato appunto che si è sentita la mancanza degli strateghi...

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  2. Io alla fine non lo leggerò, cioè a meno di non trovarlo usato su Libraccio e con le spedizioni gratis xD

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    1. guarda io ti dirò mi è piaciuto ma non tanto da voler comprare il cartaceo

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Grazie per aver commentato! You make me sooo happy ♥